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Kimberley Certificate
Il Kimberley Process è un accordo di certificazione internazionale, legittimato dalla volontà degli stati produttori di diamanti di arrestare il commercio dei cosiddetti “blood diamonds”. L’accordo ha origine con una conferenza tenutasi appunto a Kimberley, in Sudafrica, nel maggio del 2000.
Il congresso, indetto allo scopo di assicurarsi che i profitti ricavati dalla vendita dei diamanti non finanzino l’acquisto di armi da parte dei movimenti ribelli, volti a destituire i governi legittimi, è stato propedeutico alla storica risoluzione adottata dall’ONU nel dicembre dello stesso anno, a sostegno della creazione di un protocollo che certifichi la provenienza etica dei diamanti.
A conclusione di un fervente dibattito, tra il 4 ed il 5 novembre del 2002, sono 37 gli Stati che siglano a Interlaken (ZAF) un accordo che stabilisca i requisiti per il controllo della produzione e del commercio di diamanti grezzi.
Il processo di Kimberley (KP) è aperto a tutti i Paesi che sono in grado di attuare i requisiti minimi di partecipazione. Attualmente sono 54 i membri, in rappresentanza di 81 paesi, con l’Unione europea e i suoi Stati membri, che si considerano come un singolo partecipante. I membri del KP rappresentano circa il 99,8% della produzione globale di diamanti grezzi. Inoltre il World Diamond Council, che rappresenta l’intera filiera del commercio dei diamanti, dal produttore al rivenditore, e le organizzazioni della società civile, partecipa al KP e ha svolto un ruolo importante sin dal suo inizio.
Il Kimberley Process Certification Scheme (KPCS), istituisce dunque un sistema comunitario di certificazione e di controlli all’import e all’export di diamanti grezzi; il regolamento impone essenzialmente tre requisiti, affinché i Paesi produttori possano considerarsi membri e possano certificare di commercializzare diamanti grezzi “conflict free” :
- il ricavato della vendita dei diamanti provenienti dal detto Paese non sia destinato a finanziare guerre civili o l’acquisto di armi da parte di fazioni belligeranti
- ogni diamante esportato sia accompagnato da un certificato che ne attesti la provenienza etica ed il rispetto dei cardini del Kimberley Process
- nessun diamante venga importato da, o esportato verso, un Paese non membro.
I paesi partecipanti al KP e gli osservatori del World Diamond Council e della società civile si riuniscono due volte l’anno alle riunioni intersessionali e plenarie, nonché ai gruppi di lavoro e alle commissioni che si incontrano a cadenza regolare. L’attuazione è monitorata attraverso relazioni annuali nonché mediante ciclici scambi e analisi di dati statistici.