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Oro: colore e caratura
La caratura dell’oro
Quando ci si approccia ai gioielli in oro, la prima distinzione da operare riguarda la caratura del metallo, ovvero la quantità di oro puro presente nella lega che compone il gioiello.
Il termine carato, ossia l’unità di purezza con cui si valuta l’oro, deriva dall’arabo qīrāṭ (ventiquattresima parte). Di conseguenza, l’oro puro viene comunemente indicato come oro 24 carati, in quanto è composto da tutte e 24 le parti che costituiscono un’unità d’oro o, espresso in millesimi, oro 999.
L’oro 24K però risulta essere troppo duttile per la composizione di un gioiello; per questo motivo vengono addizionati all’oro 999 altri metalli tra cui il rame, il palladio e l’argento.
In Italia, infatti, la maggior parte dei gioielli in commercio viene proposta in oro 18K in cui l’oro puro costituisce 18 delle 24 parti della lega (se espresso in millesimi, oro 750 in quanto ne costituisce il 75%).
In altri mercati, la caratura dell’oro di cui sono composti i gioielli, può essere differente; negli Emirati Arabi, ad esempio, viene commercializzato principalmente l’oro 22 K, negli Stati Uniti, in Germania, in Inghilterra e in Francia, è molto diffuso l’oro 14 carati (oro 585) e nei Paesi economicamente in via di sviluppo viene acquistato principalmente oro 9 carati (oro 375).
Oro giallo, oro bianco, oro rosa.
Oro giallo, oro bianco, oro rosa: tre metalli differenti o tre varietà dello stesso metallo?
In verità, in natura, l’oro puro è di colore giallo intenso; sono gli altri metalli che compongono la lega che conferiscono il colore finale all’oro, utilizzato per la forgiatura di un gioiello.
L’oro bianco, ad esempio, è caratterizzato dalla presenza di argento, palladio – e, in rari casi, nichel -all’interno della lega d’oro.
L’oro rosa, invece, deve il suo caratteristico colore al rame (20%) e all’argento (5%). Se la percentuale di rame supera il 25%, allora si otterrà l’oro rosso.